R    A   E   E

  • Il 13 giugno 2024 il Parlamento Europeo ha emanato la direttiva 2024/1799, recante norme comuni che promuovono la riparazione dei beni.

Questa scelta, nel 1960, in Italia e in pieno boom economico, sarebbe stata considerata, come minimo, assurda.  Ma oggi non lo è e non può essere nemmeno considerata secondaria. Oggi importa quasi quanto l’aria che respiriamo.

Si vuole garantire un elevato livello di sicurezza per i consumatori e la salvaguardia del mercato interno europeo. Non sarò io a spiegare questo documento comunitario perché non sono un giurista.

La direttiva è caratterizzata da una copiosa sequenza di «…si dovrebbe…», «…bisognerebbe…»: evidentemente è una crisalide.

Intento primario è ridurre il quantitativo globale di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, RAEE, ovvero Waste Electrical and Electronic  Equipment,  WEEE, nel mondo anglofono.

La comprensione del proposito potrebbe fondarsi, ancorché a livello basilare, su implicazioni intuitive ed immediate, al di là del diritto normato.

Ridurre i RAEE significa progettare e produrre beni che durino molto di più, coinvolgendo i consumatori  stessi verso un uso prolungato degli oggetti acquistati. Possiamo ipotizzare che il mercato gradirà poco questa nuova e vertiginosa impostazione. Ancor meno apprezzerà il primo e più importante risvolto, ossia la necessità di riparare i prodotti, se non l’obbligatorietà. Difficile conciliare il consumismo europeo con tali nuovi e decisamente auspicabili proponimenti.

 

  • La salvaguardia del mercato interno europeo prospetta quindi qualche criticità. Ciò non significa assolutamente che non possa essere ottenuta.

La riduzione dell’impatto ambientale è un ambizioso obbiettivo verso cui indirizzarsi.

Siamo al bivio: riparato o nuovo?

 

Sono presenti indicazioni relative alla progettazione di apparecchi con dichiarazione di riparabilità, oltre che indicazioni tendenti ad incrementare e migliorare l’assistenza post-vendita.

La direttiva  (UE) 2024/1799 non dovrebbe collidere con le preesistenti  contrattualità  su assistenza, garanzie e sicurezza. E’ delineata la necessità  di fornire, quindi, informazioni  su riparazioni e riparatori, attenendosi  al Modulo Europeo Riparazioni,  di cui all’Allegato I della direttiva.

 

  • E’ introdotto l’obbligo di riparazione in carico al costruttore, ed anche al venditore, quando questi è equiparato al costruttore, a causa di altri assunti e collegati del sistema di regole attinenti il mondo delle riparazioni. Gli apparecchi con certificato di riparabilità devono essere riparati. Il fabbricante non necessariamente deve riparare il bene ma deve fabbricarlo riparabile.
  • Per parte sua , l’utente ha discrezionalità per la scelta di qualsiasi riparatore. Informazioni su  riparazioni e riparatori devono essere reperibili ed a tale scopo si istituisce una piattaforma online europea che coordinerà le piattaforme nazionali. Saranno intraprese misure per agevolare le riparazioni e verranno delineate sanzioni per coloro che non avranno applicato le indicazioni. Per quanto attiene la garanzia, rimane valido il sistema di norme preesistente che prevede  la garanzia anche sull’usato, oltre che ovviamente, sul nuovo. E’ introdotto il concetto di bene sostitutivo durante la riparazione, come avviene nella pratica dei meccanici con la vettura di cortesia. Le norme in vigore relative al rapporto tra venditore e difetto del bene sono inabrogabili. La direttiva armonizza il già esistente ed il nuovo.